In Bellenda contano le pecore ma non per addormentarsi bensì agendo secondo un modello sostenibile di produzione e conservazione del paesaggio culturale.
Chi non ha pensato in quest’anno particolare all’ambiente? Bellenda ha fatto di più e l’idea è venuta incontrando Riccardo De Prà chef del ristorante Dolada agricoltore di montagna nella sua azienda agricola Doladino in Alpago.
Davanti a un bicchiere di Prosecco delle Rive di Carpesica e un pezzo di pecorino prodotto con il latte delle pecore dell’Alpago hanno pensato e dato vita a una forma di collaborazione virtuosa: Agroforesteria si chiama appunto. Potremmo definirlo un “ritorno al futuro” nel senso che che ci si ispira ai sistemi tradizionali adattati a contesti di gestioni moderne.
Ed ecco che arrivano le pecore! Sono proprio loro il tramite, il collegamento tra le colline del prosecco superiore e la montagna dell’Alpago. L’origine della simbiosi tra animali da fattoria e coltivazioni si perde nel tempo. L’agricoltura di sussistenza era basata sull’equilibrio tra le varie componenti antropiche e naturali:
“Le pecore di Riccardo sverneranno tra le vigne di Bellenda”, ci spiega entusiasta Umberto Cosmo, “ripulendo e nello stesso tempo concimando naturalmente i terreni della nostra azienda di Carpesica. Crediamo importante questo passo, si chiama agroforesteria, per migliorare la qualità della sostanza organica potenziando l’attività microbiotica del terreno. Devo dire che i nostri clienti, soprattutto nei paesi con maggiore sensibilità ecologica come Giappone, Australia, Norvegia e Canada, hanno apprezzato e ci hanno fatto i complimenti per questo sistema di integrazione tra aziende agricole.”
Da sempre Bellenda ha lasciato spazio al bosco e agli alberi convinti, i Cosmo, che sia fondamentale la conservazione del paesaggio culturale e soprattutto della biodiversità. L’albero modifica e diversifica il microclima favorendo diverse comunità viventi.
Gli alberi, i filari di vigneti, gli ulivi, creano diversi habitat con risorse utili e ospitano insetti ausiliari che sono fondamentali e efficaci in caso di attacchi di parassiti alle colture. In somma un ambiente diversificato è stabile e non necessita di interventi: è una catena totalmente biologica.
Le pecore come altri animali trovano riparo sotto questi alberi che le proteggono, le nutrono e le rassicurano. Riccardo De Prà conferma la bontà di questo progetto:
“A marzo del prossimo anno le pecore, finita la villeggiatura invernale in collina, torneranno sui pascoli dell’Alpago. In questo modo avrò delle pecore che si sono nutrite per la maggior parte dell’anno di erba fresca e hanno vissuto all’aperto con un notevole vantaggio per la loro salute e le caratteristiche di latte e lana.”
Per Bellenda è un ulteriore passo verso un sistema di gestione agricola integrata per l’utilizzo intelligente del terreno e delle sue risorse: Dopo l’installazione di pannelli fotovoltaici, per la quale l’azienda ha ricevuto anni fa un importante premio dall’Unione Europea, oltre al riciclo degli scarti di potatura per il compostaggio, ai tetti verdi per rallentare il deflusso delle acque piovane e all’utilizzo di materiali riciclati per bottiglie e imballaggi, anche lo sfalcio a mano dell’erba cede il passo alle pecore che, passeggiando lungo i vigneti e tra gli ulivi, diserbano e mantengono il terreno fertile.
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